00 12/02/2015 13:30
VIDEOGIOCHI, VIOLENZA E CULTURA DELLA DISINFORMAZIONE: A UNO MATTINA L'IGNORANZA DIVENTA SPETTACOLO


Oggi Uno Mattina ha ospitato l’ultimo atto di una guerra intellettualmente infamante, volta a gettare fango sull’industria videoludica e, più in generale, sul sano raziocinio di noi – apparentemente squilibrati – giocatori.
Questo a pochi giorni dall’attacco del Corriere.it, di Striscia la Notizia e a ruota Repubblica.

Ospite del conduttore Franco di Mare, la scrittrice Dacia Maraini (classe 1936) ha espresso il suo illuminato e, senza dubbio, illuminante (sarcasm involved) punto di vista sull’attuale trend “deviante” del mondo dei videogiochi.
Bersaglio delle critiche della beniamina della “generazione degli anni trenta” il buon vecchio Grand Theft Auto, che l’autrice definisce “un gioco per bambini piccoli in cui vince chi prende sotto più gente”.
Bé, dai, più o meno.

Inebriato dalla potenza argomentativa della Maraini, Di Mare domanda ad un frastornato Favij (ospite telefonico): “ma se io vedo un gioco del genere, non vengo istigato a viverlo nella vita vera? Non c’è il rischio di confondere il videogame con la vita di tutti i giorni?”.

Ora, tralasciando il vago balbettio del “giovane genio del web”, con uno stile dichiaratamente socratico vogliamo rispondere alla domanda con una domanda.

“Ma se questo fosse vero, non dovrebbe mezza Italia andare in giro per Gubbio a picchiare malviventi in abito talare?”

No, la Maraini è inamovibile: “Purtroppo questi giochi hanno un’influenza e portano all’imitazione. Il problema è la mercificazione del corpo, si è persa l’idea della sacralità del corpo umano”.

“Si vede anche dai video messi online dall’ISIS”, sentenzia definitivamente Di Mare, mentre noi decidiamo di saldare preventivamente i primi tre tasti del telecomando.



credit: VG247.it