Max Cava, 04/12/2018 17.39:
Diciamo... plausibile.
Non molto…
Cristianalibera, 03/12/2018 22.57:
Noi siamo scimmie, discendiamo delle scimmie o dall'australopithecus o cosa?
Questo dipende da quale effettiva classificazione tassonomica vogliamo far corrispondere alla parola "scimmia". Se accettiamo, come di solito mi sembra sia il caso, una corrispondenza approssimativa della parola "scimmia" all'ordine "Primates", allora noi siamo discendenti dell'antenato comune di tutti i primati, proprio come lo sono i gorilla, gli scimpanzé, i bonobo, etc.
Quindi si può legittimamente dire che noi:
1) siamo scimmie,
2) e discendiamo da scimmie.
Questo è dovuto al fatto che la tassonomia moderna è monofiletica, vale a dire: classifica le cose sulla base della loro genealogia. Di conseguenza, noi siamo tutto ciò che i nostri antenati sono stati. "Evolvendoci" aggiungiamo nuove caratteristiche classificabili alla nostra morfologia, ma non perdiamo mai l'eredità comune che abbiamo con i nostri diretti antenati, e non acquisiamo mai l'eredità dei nostri cugini che hanno sviluppato tratti diversi dopo essersi separati dalla nostra linea.
Provo a farti un esempio assurdo, ma chiaro: noi saremo sempre scimmie perché c'è stato un momento in cui i nostri diretti antenati erano il progenitore dell'ordine Primates, e non saremo mai una pianta angiosperma neanche se di qui a cento milioni di anni ci crescessero foglie e fiori e diventassimo capaci di fare la fotosintesi, perché rimarrebbe il fatto che quando i nostri antenati si separarono da quelli delle piante, i "cugini" che si separarono da noi non avevano ancora sviluppato i tratti delle piante angiosperme. Ergo, quando poi gli antenati delle piante angiosperme svilupparono quei tratti, erano già una specie separata e dunque noi non li abbiamo ereditati. A questo punto il resto non ha alcuna importanza: se anche di qui a cento milioni di anni i nostri discendenti sviluppassero strutture paragonabili a dei fiori, quelli sarebbero in ogni caso "fiori umani" e non "fiori di piante angiosperme", e noi saremmo comunque classificati come mammiferi, solo che a ciò sarebbero aggiunte ulteriori classificazioni (ad es. un nome che ci descriverebbe come "mammiferi floreali fotosintetici"), e non ci sarebbe mai alcuna traslazione nel reame delle piante (regno Plantae).
Perfino se questi nostri discendenti perdessero quasi tutti i tratti tipici dei mammiferi, es. l'abilità di allattare i piccoli, per il mero fatto di averla avuta in passato sarebbero ancora classificati come mammiferi (con le successive specifiche del caso, es. "mammiferi ominidi fotosintetici incapaci di allattare" - non so come metterlo in un latinorum credibile, ma spero l'antifona sia chiara).
Per lo stesso motivo, gli uccelli, che storicamente sono gli ultimi discendenti sopravvissuti dei dinosauri (nello specifico di una particolare linea di dinosauri, i terapodi) sono a loro volta a tutt'oggi classificati come terapodi e quindi come dinosauri. Perché lo sono stati, e quindi lo sono ancora: ciò che è cambiato è il fatto che oltre a essere nella categoria "dinosauri", adesso sono anche nella sottocategoria "dinosauri che sono diventati uccelli".
Ora veniamo al punto che faceva Max:
poiché parlando di "scimmie" e del "venire dalle scimmie" significa fare appello al linguaggio comune, che è spesso una fonte di confusione quando lo si usa per maneggiare concetti scientifici, a volte capita di sentire persone che usano espressioni del genere "ah, gli evoluzionisti pensano che noi discendiamo dalle scimmie!".
Che può andare bene, se sai che stai parlando degli ANTENATI COMUNI DELLE SCIMMIE MODERNE, cioè le prime creature che avrebbero soddisfatto i criteri anatomici per l'ordine Primates, ma non va affatto bene se viene usato per riferirsi solo alle scimmie moderne che vedi nei documentari. Noi non discendiamo dai gorilla. O dagli scimpanzé. O dai bonobo. E queste creature non discendono da noi, non sono mai diventate noi, né noi potremo mai diventare loro. Sono i nostri cugini, non sono i nostri antenati. Proprio come le piante angiosperme, o gli uccelli.
Chi vuole usare il termine "scimmie" per descrivere SOLO le scimmie moderne deve chiarirlo in anticipo con i suoi interlocutori, perché 1) sta usando una definizione storicamente discutibile del termine, e 2) a quel punto non può rivendicare che "discendiamo dalle scimmie". Questo è un fraintendimento sul quale più di una volta ho sentito giocare i creazionisti.
Spero che questo aiuti a chiarire il tuo dubbio.
Insomma per farti capire meglio il mio punto di vista: se un credente è convinto che Dio abbia creato l'uomo, potrebbe pure credere che l'abbia fatto attraverso il processo dell'evoluzione ( anche se già questo è un controsenso secondo me) ma credere nella mutazione di qualche ominidi dovuta ala scienza genetica di qualche extraterrestre non combace ti pare?
Attiro la tua attenzione sul fatto che l'evoluzione biologica ha una componente casuale nei suoi meccanismi. Dire che un dio si è servito dell'evoluzione per raggiungere il risultato X, è analogo a dire che Dio ha atteso che le casualità dell'universo producessero il risultato X. Anche se si decidesse di uscirne postulando (senza uno straccio di prova) che quel dio abbia creato la casualità stessa e che "sapesse" quando il caso gli avrebbe dato ciò che voleva, resterebbe il fatto che quel dio avrebbe scelto volontariamente di comportarsi in maniera del tutto indistinguibile dal caso (per miliardi di anni!). Questo è il totale opposto di un dio che intenda avere una relazione con creature intelligenti, o di un dio che "comprenda" concetti come compassione, giustizia, equità, amore, etc.
[Modificato da Rainboy 24/12/2018 14:58]