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APOCALISSE
LAICITA' E CLERICALISMO
Storia della Chiesa
Fine del potere temporale: festa per la massoneria
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[POSTQUOTE][QUOTE:109562620=Jon Konneri, 19/02/2011 22:24][IMG]http://www.totustuustools.net/stile/oromaomorte.jpg[/IMG] La Repubblica Romana del 1849 di Angela Pellicciari per il Timone, N. 88 - ANNO XI - Dicembre 2009 - pag. 26 - 27 * * * Dopo la fuga di Pio IX a Gaeta, nasce la Repubblica Romana. La guidano Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini. Un passo verso la libertà, dicono i libri di scuola. Tacendo il suo vero scopo: cancellare la Chiesa. Per conto della Massoneria * * * Il potente gran maestro della massoneria italiana Adriano Lemmi, alla fine dell’Ottocento, riteneva che la scomparsa del potere temporale dei papi fosse il «più memorabile avvenimento della storia del mondo». * * * Per capire i fatti, per capire cosa è successo durante la breve vita della Repubblica Romana del 1849, per capire soprattutto l’eco che di quei fatti ancora oggi si respira, non sarà inutile ricorrere a qualche breve citazione della stampa massonica di allora. Questa la prosa del gran maestro Mazzoni: «A Roma sta il gran nemico della luce. Lo attaccarlo ivi di fronte, direi quasi a corpo a corpo, è dover nostro». E questi erano gli auspici della Rivista della Massoneria nel 1871: «facciamo sì che dalla Eterna Città nostra la luce si diffonda per l’Universo, che il mondo ammiri, a canto del nero ed avvilito Gesuita, il libero gigante potere della Massoneria […] È in Italia, è a Roma, ove il nostro eterno avversario raccoglie le sue ultime forze. Noi siamo gli avamposti dell’esercito massonico universale». La rivoluzione che scoppia, violentissima, a Roma, nel 1849, passata alla storia col nome di Repubblica Romana, di romano ha in effetti ben poco. Si va dal genovese Mazzini, al nizzardo Garibaldi, al genovese Avezzana, ministro della guerra, al friulano Dall’Ongaro, direttore del giornale ufficiale Monitore Romano, al napoletano Saliceti, redattore della Costituzione: l’elenco è lungo. Come mai rivoluzionari di tutta Italia, ed anche stranieri, chiamano romana la repubblica che proclamano? Il perché lo spiega Giuseppe Mazzini, anima di quel tentativo totalitario, condotto, manco a dirlo, nel nome della libertà e della costituzione. A chi dice «Roma è dei Romani», scrive Mazzini, bisogna rispondere: «No; Roma non è dei Romani: Roma è dell’Italia». E la popolazione romana sbigottita dalla violenza rivoluzionaria? «I Romani che non lo intendono non sono degni del nome». http://www.fattisentire.org/modules.php?name=News&file=article&sid=3489[/QUOTE][/POSTQUOTE]
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Messaggio Iniziale
Jon Konneri
19/02/2011
22:24
La Repubblica Romana del 1849
di Angela Pellicciari
per il Timone, N. 88 - ANNO XI - Dicembre 2009 - pag. 26 - 27
* * *
Dopo la fuga di Pio IX a Gaeta, nasce la Repubblica Romana. La guidano Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini. Un passo verso la libertà, dicono i libri di scuola. Tacendo il suo vero scopo: cancellare la Chiesa. Per conto della Massoneria
* * *
Il potente gran maestro della massoneria italiana Adriano Lemmi, alla fine dell’Ottocento, riteneva che la scomparsa del potere temporale dei papi fosse il «più memorabile avvenimento della storia del mondo».
* * *
Per capire i fatti, per capire cosa è successo durante la breve vita della Repubblica Romana del 1849, per capire soprattutto l’eco che di quei fatti ancora oggi si respira, non sarà inutile ricorrere a qualche breve citazione della stampa massonica di allora.
Questa la prosa del gran maestro Mazzoni: «A Roma sta il gran nemico della luce. Lo attaccarlo ivi di fronte, direi quasi a corpo a corpo, è dover nostro». E questi erano gli auspici della Rivista della Massoneria nel 1871: «facciamo sì che dalla Eterna Città nostra la luce si diffonda per l’Universo, che il mondo ammiri, a canto del nero ed avvilito Gesuita, il libero gigante potere della Massoneria […] È in Italia, è a Roma, ove il nostro eterno avversario raccoglie le sue ultime forze. Noi siamo gli avamposti dell’esercito massonico universale».
La rivoluzione che scoppia, violentissima, a Roma, nel 1849, passata alla storia col nome di Repubblica Romana, di romano ha in effetti ben poco. Si va dal genovese Mazzini, al nizzardo Garibaldi, al genovese Avezzana, ministro della guerra, al friulano Dall’Ongaro, direttore del giornale ufficiale Monitore Romano, al napoletano Saliceti, redattore della Costituzione: l’elenco è lungo.
Come mai rivoluzionari di tutta Italia, ed anche stranieri, chiamano romana la repubblica che proclamano? Il perché lo spiega Giuseppe Mazzini, anima di quel tentativo totalitario, condotto, manco a dirlo, nel nome della libertà e della costituzione. A chi dice «Roma è dei Romani», scrive Mazzini, bisogna rispondere: «No; Roma non è dei Romani: Roma è dell’Italia». E la popolazione romana sbigottita dalla violenza rivoluzionaria? «I Romani che non lo intendono non sono degni del nome».
www.fattisentire.org/modules.php?name=News&file=article&...
Ultime Risposte
santapazienzauno
01/03/2011
18:07
Se la Chiesa non avesse avuto il potere economico e influenza a livello politico, non avrebbe potuto esercitare un potere spirituale così straordinario.
Aspettiamo che la CC diventi povera come dice di essere o di dover diventare, capace anche di autoironia!
spirito!libero
20/02/2011
19:07
Jon, davvero non comprendo questa tua continua apertura di 3d senza poi affrontare il contraddittorio.
Cosa vuoi dire ? dillo con parole tue e difendi le tue idee se puoi.
La repubblica romana era quanto di meglio potesse esistere a livello democratico in quel periodo e molti dei principi di quella repubblica sono oggi la base della nostra costituzione, mio caro.
kelly70
19/02/2011
23:08
Tu pensa se i papi avessero conservato il potere temporale dove saremmo oggi...
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